Le 6 tendenze 2023 da non perdere sul Marketing digitale
Il mondo del business non può più fare a meno del marketing digitale visto che le interazioni fra brand e aziende si svolgono sempre di più attraverso i canali online. La digitalizzazione si sta diffondendo in sempre più settori e quello del marketing è stato uno dei primi a venirne trasformato. Così come continua ad esserlo tutt’ora visto che le tendenze variano e si aggiornano di pari passo con la tecnologia.
Per il 2023 pare che siano sei i trend principali che i brand devono considerare per le proprie strategie pubblicitarie. Hanno tutti un aspetto comune che riguarda lo scambio reciproco fra aziende e clienti, senza limitarsi a un dialogo in una sola direzione. Coinvolgere il pubblico aiuta a facilitare il processo di fidelizzazione rendendolo più spontaneo.
Il marketing digitale e il rapporto con le IA
L’entusiasmo per l’intelligenza artificiale generativa suscitato da ChatGpt ha aperto la strada all’utilizzo dei chatbot per fornire assistenza ai clienti. Questo tipo di tecnologia velocizza le interazioni e i tempi di risposta senza dover mettere nessuno in attesa di una risposta via telefono o per mail, con il rischio di perdere l’interesse suscitato.
Maggiori sono gli scambi fra la clientela e i chatbot più facile sarà capire come migliorare questi ultimi per risultare sempre più efficienti nel loro compito. Anche il marketing digitale deve saper essere plasmabile secondo i gusti degli utenti e capire che tono adottare nelle risposte, se più tecnico o più familiare a seconda del target a cui rivolgersi.
Gli algoritmi possono anche modificare e adattare le campagne pubblicitarie in tempo reale a seconda dei risultati che ottengono. Anche la creazione di contenuti ottimizzati per il SEO può risultare più semplice e rapida affidandosi alle IA, prevedendo naturalmente una supervisione umana.
Dare rilievo alle esperienze dei clienti
Tra le più antiche strategie pubblicitarie nate secoli prima del marketing digitale c’è il passaparola. Vale a dire l’attirare nuovi acquirenti grazie ai racconti di consumatori soddisfatti che spargono la voce raccontando la propria esperienza. Queste storie sono molto più convincenti di quelle dei testimonial perché appaiono oneste, non costruite ad arte per fare colpo sul pubblico.
Si tratta quindi di sviluppare lo storytelling da parte della clientela, incoraggiarla a raccontare le ragioni per cui si è avvicinata al brand e che impressione ne ha avuto. Avere a disposizione storie di vita reale rende un marchio concreto e affidabile, avvicinandolo al pubblico che attraverso le esperienze degli altri impara a conoscerlo.
Ad attirare le persone sono soprattutto gli aneddoti divertenti ma con una base concreta piuttosto dei soliti annunci, soprattutto quando scorrono i social media. Gli annunci devono essere utili e coinvolgere anche l’aspetto emotivo, un risultato ottenibile solo con qualcosa di diretto e spontaneo.
Il marketing digitale approda nel metaverso
La realtà virtuale (VR) e la realtà aumentata (AR) possono offrire un nuovo spazio per la pubblicità con diverse possibilità da esplorare. Tra i brand internazionali ce ne sono già alcuni che stanno avanzano in questo territorio tra cui Nike. Il marchio sportivo ha lanciato la piattaforma Swoosh dove gli utenti possono progettare la propria scarpa.
Se tra i progetti ideati ce n’è uno che ottiene l’approvazione dei designer ufficiali allora il cliente che ha avuto l’idea potrà sperare di vedere il suo modello nella vita reale. In più considerando il diritto d’autore avrà diritto a una piccola percentuale degli introiti, diventando un partner dell’azienda. Per il pubblico una simile possibilità anni fa sarebbe stata un sogno irrealizzabile.
Questo è solo un esempio di marketing digitale declinato nel mondo virtuale. Un aspetto da affinare riguardano l’accessibilità al metaverso che richiede la dotazione della giusta attrezzatura e quindi non è un canale in grado di raggiungere tutti. In più testare l’efficienza di una campagna pubblicitaria nel virtuale rappresenta ancora una sfida.
Dare l’addio ai cookie
Nel marketing digitale è in corso un grosso cambiamento in quanto stanno cambiando le impostazioni per la privacy per eliminare i cookie di terze parti. Quando si entra all’interno di un sito viene data la possibilità di accettarli o rifiutarli, anche se più spesso c’è anche l’opzione per abilitare quelli “strettamente necessari”.
La data in cui i cookie dovrebbero sparire in modo definitivo si avvicini sempre di più (sarebbe prevista il prossimo anno). Per ora tuttavia l’83% dei siti li utilizza ancora ma per esempio Google sarà presto pronto ad abbandonarli del tutto su Chrome. Tra i vari cambiamenti che questo comporterà ci sarà un grosso impatto sul programmatic advertising.
Senza i cookie di terze parti non sarà più possibile il tracciamento cross-site scambiando i dati degli utenti tra diverse piattaforme. Rimarranno però quelli di prima parte che acquisiranno così un’importanza maggiore per gli inserzionisti che dovranno concentrarsi sul sito singolo e lavorare su scala ridotta.
L’aspetto della sostenibilità nel marketing digitale
La tutela dell’ambiente è un tema sempre più sentito anche dai consumatori che fanno più attenzione ai brand che scelgono. Controllano l’impatto ambientale che ha l’azienda e se adotti o meno un modello di economia circolare, come confeziona i prodotti e se il sito parla di sostenibilità. L’impiego dei materiali riciclabili ormai è una condizione necessaria per attirare l’interesse dei clienti.
Lo stesso vale per quando i brand che si interessano di problematiche sociali per esempio prevedendo iniziative di raccolta fondi destinando parte dei guadagni per beneficienza. Sul web le ricerche svolte dai consumatori per marchi con finalità sociali sono aumentate del 133% tra il 2020 e il 2022, un dato rilevante per le strategie di marketing digitale.
Le campagne pubblicitarie infatti si basano sempre di più su parole chiave come “green economy”, “ecologico”, “organico” o “zero waste”. Non si tratta di una tendenza passeggera visti anche i prossimi obiettivi posti dall’UE per ridurre l’impatto ambientale delle attività produttive.
Il nuovo target della Gen Z
Con l’avanzamento tecnologico le nuove generazioni hanno bisogni e interessi diversi di cui il marketing digitale deve tenere conto. Rivolgersi alla “generazione Z” ossia ai ragazzi nati nei primi anni 2.000 richiede di utilizzare i social network e ricorrere ad annunci brevi ma d’impatto. Si tratta di giovani iper-stimolati e sempre alla ricerca di novità.
Proprio questa generazione è quella che ha spinto il marketing a focalizzarsi sulla creazione di contenuti digitali e sull’interazione con la clientela. La gen Z non ama essere spettatore ma preferisce partecipare in prima persona per farsi convincere da un brand.