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Content Pruning: quando e come fare la potatura SEO

Content Pruning - potatura SEO

Content Pruning: l'utilità della potatura SEO

Nel digital marketing, mantenere un sito web performante non significa solo pubblicare nuovi contenuti, ma anche saper rimuovere o ottimizzare quelli che non portano più risultati.

È proprio questo l’obiettivo del Content Pruning, noto anche come potatura SEO: una strategia avanzata che consiste nell’analizzare e intervenire sui contenuti obsoleti, duplicati o poco performanti per migliorare il posizionamento organico e valorizzare le risorse davvero utili agli utenti.
Chi gestisce un sito – che si tratti di un blog, un e-commerce o una piattaforma editoriale – non può più ignorare l’importanza della potatura SEO per ottimizzare il crawl budget, aumentare la visibilità nei motori di ricerca e migliorare l’esperienza dell’utente.

Scopriamo insieme cos’è il Content Pruning, quando è il momento giusto per applicarlo e come farlo nel modo più efficace.

Indice
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Che cos’è il Content Pruning

L’espressione inglese “Content Pruning” indica il processo di sfoltimento dei contenuti che:
 
  • possiedono poco valore o hanno perso utilità nel tempo;
  • appesantiscono un sito web;
  • impediscono di performare;
  • hanno informazioni obsolete o non aggiornate e contenuti scarsi o duplicati;
  • non hanno prestazioni rilevanti in termini di traffico, coinvolgimento e conversioni.
Ogni sito web, infatti, oltre a richiedere attenzione e monitoraggio da un punto di vista tecnico richiede anche un aggiornamento costante dei propri contenuti.
Ad oggi, infatti, l’approccio della SEO si è ampiamente modificato: se in passato si ottenevano forti e soddisfacenti risultati creando migliaia di pagine differenti, ottimizzate per parole chiave diverse, ora non è invece più così. Di conseguenza è necessario consolidare i diversi contenuti in un unico pezzo, più completo dal punto di vista delle informazioni ed autorevole agli occhi di Google.
 
Dal momento che i motivi di performance inadeguate possono essere differenti, il Content Pruning può assumere forme altrettanto variegate.
In particolare:
 
  • aggiornamento del contenuto, che lo renda più accurato e rilevante;
  • accorpamento del testo con altri testi di argomento simile o del tutto sovrapponibile;
  • rimozione totale qualora si ritenga che le due precedenti azioni non possano apportare benefici significativi al sito.
 

L’importanza del Content Pruning

Ogni contenuto pubblicato sui motori di ricerca segue un ciclo di vita: sorge al momento della pubblicazione, poi cresce e matura dal punto di vista della visibilità ed infine tende a perdere traffico e posizioni.
Quando però viene aggiornato, rinasce e genera più traffico di prima perché la pagina non parte da zero ma nel tempo ha accumulato autorevolezza.
 
In questo contesto, il Content Pruning ottimizza un sito web eliminando tutto ciò che non è necessario né rilevante dal punto di vista dei contenuti.
 
Nello specifico, permette di:
 
  • fornire ai propri utenti contenuti di qualità, rilevanti e aggiornati;
  • evitare contenuti sovrapponibili, ridondanti e che sottraggano traffico qualificato disperdendolo;
  • conferire autorevolezza alle pagine con maggior potenziale, migliorando la qualità complessiva del sito;
  • offrire un’esperienza migliore agli utenti, favorendo la navigazione;
  • limitare il numero di pagine che Google deve analizzare, ottimizzando così il crawl budget che gli spider del motore di ricerca dedicano ad ogni a dominio web per poi indicizzarlo e assegnargli un ranking;
  • posizionare meglio il sito web, rimuovendo alcuni fattori responsabili del calo di prestazioni organiche
 
Infine, il Content Pruning risulta molto utile anche in caso di modifiche alle strategie commerciali aziendali che richiedano un riallineamento dei contenuti agli obiettivi attuali.
 

Come agire nel concreto

Il Content Pruning si suddivide in tre macrofasi principali. Nello specifico:
 
  • definire le pagine target: identificare le pagine da modificare o eliminare. Di base, homepage, pagina contatti e contenuti molto recenti devono restare fuori dall’analisi per prendere invece in analisi contenuti vecchi di almeno 12 mesi. Per farlo, è necessario analizzare metriche quali traffico organico, tasso di conversione, clic e ranking con strumenti come Google Search Console, Google Analytics e SEMrush;
  • identificare i problemi delle pagine: valutare le cause delle scarse prestazioni, che potrebbero essere tecniche (ad esempio errori di indicizzazione) di contenuto (ad esempio, informazioni obsolete o non pertinenti) o legate alla mancanza di allineamento con le intenzioni di ricerca degli utenti. Tutte queste pagine presentano un contenuto sottile, duplicato o non aggiornato, non ricevono traffico, hanno pochi collegamenti interni ed esterni e scarse prestazioni sui social media;
  • decidere se e quale soluzione correttiva applicare: una volta individuati i contenuti su cui intervenire, bisogna decidere come farlo. È infatti possibile aggiornare il contenuto e renderlo più accurato e rilevante anche dal punto di vista SEO oppure accorparlo ad altri simili unificandolo in un unico completo, esauriente ed ottimizzato. Infine, se non conviene implementare nessuna di queste due soluzioni perché il contenuto è irrecuperabile o irrilevante si procede all’eliminazione.
 

Perché i contenuti devono essere di qualità

Fin dalle origini, Google sottolinea quanto i contenuti di qualità siano importanti per le sorti di un sito web. Ma negli ultimi tre anni, soprattutto con l’avvento dell’attuale algoritmo estremamente sofisticato, farlo è diventato ancora più importante.
 
  • Infatti, in passato giungere nelle prime posizioni era più semplice. Era sufficiente: utilizzare le parole chiave;
  • scrivere un breve testo;
  • ripetere le keyword il più possibile;
  • ottenere il maggior numero di backlink da ogni fonte possibile.
 
Tra il 2011 e il 2012, invece, il rilascio dell’algoritmo Panda ha segnato una svolta: Google ha iniziato a premiare solo le pagine che ospitavano contenuti di qualità.
Nel corso degli anni, poi, ci sono stati diversi aggiornamenti dell’algoritmo, rilasciati con l’obiettivo di incrementare sempre di più la qualità dei risultati di ricerca per gli utenti.
 
Ad oggi, i parametri utilizzati per misurare la qualità di un contenuto sono:
 
  • esperienza: competenza maturate dal creatore dei contenuti;
  • autorevolezza: reputazione acquisita dal sito web nel tempo;
  • affidabilità: accuratezza, legittimità e trasparenza dei contenuti del sito.
 
In questo contesto, come abbiamo analizzato insieme, il Content Pruning è una pratica essenziale per mantenere un sito web performante, aggiornato e rilevante sia per gli utenti che per i motori di ricerca.
 
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