Vibes, il feed Meta dedicato ai video AI

Vibes - il feed Meta dedicato ai video AI

Vibes, un nuovo modo per scoprire e creare video AI

Nel mondo sempre più veloce dei social media, la parola vibes (significato: sensazioni, atmosfere) trova una declinazione tecnologica con Meta AI e il suo nuovo feed chiamato appunto Vibes. 

In questa guida completa ti spiego cosa è, come funziona, perché è importante e quali implicazioni ha per utenti, creator e brand.

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Cosa significa “Vibes” nel contesto Meta

Il termine “vibes” richiama quell’idea di mood, stile, impressione che un contenuto suscita nell’osservatore.

In questo caso, Meta lo adotta per indicare un feed in cui i video sono generati — o remixati — da modelli di intelligenza artificiale: l’obiettivo è proprio trasmettere sensazioni visive, sperimentazione e remix culturale più che il classico scenario “persona che parla alla camera”.

La scelta del nome sottolinea che non si tratta (solo) di contenuti narrativi ben strutturati, ma di clip che puntano all’effetto “wow”, all’atmosfera visiva, al vibe appunto.

Origine e contesto tecnologico

La funzionalità Vibes è stata annunciata da Meta Platforms il 25 settembre 2025 nel contesto del più ampio rilancio dei suoi strumenti di generazione multimediale.

I punti chiave:

  • Vibes vive all’interno dell’app Meta AI (e via web su meta.ai) e presenta un feed esclusivamente di video generati tramite AI
  • Gli utenti possono creare da zero un video AI, oppure remixare un video presente nel feed: cambiare musica, stile visivo, animazione
  • Il feed sarà personalizzato col tempo in base alle interazioni dell’utente
  • Meta ha collaborato con laboratori esterni (es. Midjourney, Black Forest Labs) per i modelli video generativi, pur continuando a sviluppare internamente

In sostanza: un ecosistema in cui l’utente non è solo spettatore, ma potenziale co-creatore di video generati dall’intelligenza artificiale. Il “vibe” diventa creabile e remixabile.

Come funziona concretamente Vibes

Per usare Vibes, bisogna avere accesso all’app Meta AI (o al sito). Una volta entrati, ecco il flusso tipico:

  1. Si apre il feed “Vibes” e si scorrono video generati da altri utenti o da modelli AI.
  2. Se un video colpisce, posso remixarlo: modificare la musica, cambiare lo stile visivo, sostituire l’animazione.
  3. Oppure posso creare da zero un video inserendo un prompt testuale o caricando un mio elemento visivo da trasformare
  4. Una volta pronto, posso pubblicarlo nel feed Vibes oppure condividerlo su Instagram (Reels/Stories) o Facebook Stories, grazie al supporto alla cross-posting.
  5. Il sistema tiene traccia delle mie interazioni e col tempo “impara” che tipo di video mi piacciono, per offrirmi contenuti sempre più adatti al mio gusto

Perché Meta punta su Vibes: obiettivi e strategia

Comprendere il perché dietro Vibes aiuta anche a capire le opportunità e i rischi. 

I motivi chiave:

  • Spinta verso il video-first: i contenuti video restano tra i format dominanti sui social; Meta scommette che l’AI possa rendere la produzione video facile e diffusa

  • Espansione dell’ecosistema AI: Vibes è una componente della strategia più ampia di Meta nel generative AI (modelli, infrastruttura, strumenti creativi)

  • Accesso democratizzato alla creazione: anche chi non sa animare o montare video può generare clip visivamente incisivi grazie ai modelli AI

  • Distribuzione e cross-posting: generare all’interno di Vibes ma poi distribuire su Instagram/Facebook permette maggiore reach e potenziale viralità.

  • Personalizzazione e engagement: un feed che si adatta alle preferenze dell’utente può aumentare il tempo di utilizzo e la fedeltà. È significativo che l’app Meta AI abbia visto un’impennata di download dopo Vibes.

Quindi: Vibes non è solo un “esperimento” divertente, ma parte di un disegno più ampio. Per chi opera nel digitale (creator, brand, marketer) può essere un terreno da esplorare. Ma anche da valutare criticamente.

Implicazioni per utenti, creator e brand

Vediamo come Vibes può influenzare tre categorie principali.

  • Utenti comuni: hai la possibilità di esplorare contenuti visivi generati da AI, divertirti a remixarli, partecipare attivamente. È un’esperienza creativa, meno “passiva”. Tuttavia: attenzione alla qualità, al rischio di contenuti ripetitivi o stranamente generati che possono stancare o confondere.

  • Creator / Influencer: Vibes offre un nuovo canale di produzione rapida: sperimentare clip visive che magari diventano virali, remixate e condivise. Può essere un’opportunità di visibilità. Ma implica anche la riflessione su autenticità: il pubblico più attento può percepire se un video è “solo AI” o se c’è un valore umano/sensoriale vero.

  • Brand / Marketer: la funzione invita a testare campagne creative low-cost, contenuti generati che possono essere adattati a pubblicità, stories, reels.
    Vale però la pena chiedersi: il contenuto prodotto con l’AI genererà engagement reale? Oppure sarà percepito come artificiale, superficiale?
    Gli esperti segnalano che l’AI-native content entra nel mainstream ma “l’autenticità conta ancora”.

Quindi: opportunità sì, ma con cautela strategica.

Vantaggi e limiti da tenere presenti

Vantaggi:

  • Produzione semplificata: non serve attrezzatura avanzata, basta prompt e remix.
  • Creatività espansa: possibilità visiva di sperimentare stili, ambienti, animazioni difficili da realizzare manualmente.
  • Distribuzione sinergica: integrazione con l’ecosistema Meta (Instagram, Facebook) facilita la diffusione.

Limiti:

  • Qualità variabile: alcuni video risultano strani o poco coinvolgenti (“slop”).
  • Autenticità dubbia: il pubblico potrebbe essere stanco di generazione automatica che appare fine a se stessa.
  • Saturazione o confusione: se tutti i contenuti diventano generati dall’AI, il distintivo tra “vero” e “automatico” si dirada.
  • Impatto sulla creatività umana e sulle normative: questioni di copyright, originalità, e consumo passivo vs. attivo emergono.

Buone pratiche per sfruttare Vibes al meglio

Ecco qualche suggerimento pratico se vuoi usare Vibes in modo strategico:

  • Definisci un “vibe” chiaro: prima di generare, pensa: che atmosfera voglio trasmettere? Colori, ritmo, emozione.
  • Sperimenta il remix: prendi un video esistente che ti colpisce, modifica musica e stile, rendilo tua versione. Questo aumenta autenticità.
  • Integra con narrazione umana: anche se genera l’AI, aggiungi un tocco personale (voce, testo, commento) per evitare che sembri solo “effetto speciale”.
  • Monitora la reazione: se condividi su Instagram/Facebook, guarda engagement, commenti: il feedback ti indica se funziona.
  • Rispetta la coerenza brand: se sei un marchio, assicurati che il video generato rifletta i valori e l’identità e non solo l’effetto visivo.
  • Tieni presente la saturazione: non affidarti esclusivamente all’AI video; mantieni varietà, alterna con contenuti “umani”.

Quali prospettive per il futuro?

Guardando avanti, Vibes può essere solo il primo passo verso piattaforme che fondono generazione automatica e partecipazione umana in modo ancora più profondo. Possibili evoluzioni:

  • Strumenti di generazione video sempre più sofisticati, con maggiore controllo creativo (es. animazioni complesse, personaggi 3D)
  • Maggiore integrazione della realtà aumentata (AR) o degli occhiali smart, con video generati che si mescolano all’ambiente fisico
  • Modelli di monetizzazione per creator che producono video AI-driven e/o remix diventano un paradigma
  • Sfide normative: copyright sui materiali generati, trasparenza agli utenti (“Questo video è AI?”), qualità del feed vs. overdose visiva

In ogni caso, come ogni tecnologia in evoluzione, vale la pena osservarla con spirito critico: cosa perde? cosa guadagna? Come cambia il nostro modo di creare e consumare contenuti?

Conclusione

In conclusione, Vibes rappresenta un passo audace nel mondo dei social media e dell’intelligenza artificiale. Ridisegna il concetto di feed come spazio visivo generato, remixabile e personalizzabile. 

Se sei un utente, un creator o un brand, vale la pena esplorarla, sperimentarla e valutare come integrarla nella tua strategia. 
Ma va fatta con consapevolezza: creatività non significa solo generazione automatica, e le sensazioni — le vere “vibes” — si percepiscono quando c’è un elemento umano che vibra.

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