Le differenze tra realtà virtuale (VR) e aumentata (AR)
In un mondo sempre più digitalizzato, si sente spesso parlare di realtà virtuale e aumentata.
I due termini, noti anche con gli acronimi di VR e AR, sono spesso utilizzati come fossero due sinonimi. Eppure, è fondamentale comprendere che si tratta di due termini da non confondere. La realtà virtuale, infatti, è profondamente differente dalla realtà aumentata.
Si tratta di due concetti diversi, non solo per gli ambiti applicativi, ma anche e soprattutto per i costi previsti e necessari per la loro implementazione.
Data la confusione che questi due termini spesso generano, abbiamo creato questa guida per analizzarne le differenze.
Realtà virtuale e realtà aumentata, una definizione
Per comprendere la differenza tra realtà virtuale e aumentata, bisognerà partire dalle loro definizioni. I due termini differenti, ossia Virtual Reality (o VR) e Augmented Reality (o AR), corrispondono ad altrettante definizioni differenti, che andremo ad analizzare in dettaglio.
La realtà virtuale
Al fine di comprendere al meglio realtà virtuale e aumentata, partiremo dalla VR. Si tratta di un modello di simulazione ottenuto col supporto di tecnologie che consentono di ricreare un ambiente virtuale.
Spesso, tale realtà diventa accessibile tramite il cosiddetto visore. Si tratta di un dispositivo informatico che consente all’utente di vedere la realtà virtuale e di interagire con essa.
La particolarità del visore, noto anche, più semplicemente, come VR, è che consente all’utente di percepire l’ambiente virtuale come se fosse reale. La tecnologia odierna permette infatti di ricreare ambientazioni in 3D.
Ne consegue che il soggetto che indossa il visore si percepisce come fosse all’interno dell’ambiente virtuale che però, in realtà, non esiste.
Quella della VR è una vera e propria esperienza sensoriale. L’ambiente viene ricreato nei minimi dettagli, e non solo visivamente. Spesso, infatti, le esperienze di realtà virtuale prevedono anche suoni e coinvolgimento di altri sensi.
Tuttavia, è bene ricordare che esistono diverse tipologie di realtà virtuale:
- non immersiva, ossia quella che ricrea semplici immagini tramite dispositivi informatici, ma il soggetto non è isolato dall’ambiente reale (ciò che accade, per esempio, quando si utilizzano i classici videogiochi);
- semi-immersiva, quando l’esperienza prevede solamente una parziale percezione dell’ambiente reale;
- immersiva, nella quale l’utente si trova totalmente immerso nella VR, e non percepisce l’ambiente esterno e reale.
La realtà aumentata
Comprenderemo ora che realtà virtuale e aumentata sono due concetti differenti concentrandoci sull’AR.
Con questo termine indichiamo una commistione tra elementi reali e digitali. La realtà aumentata, in sostanza, permette di integrare al mondo reale degli elementi digitali.
Utilizzando un dispositivo elettronico, come ad esempio uno smartphone, è possibile proiettare nel mondo esterno elementi digitali.
Non si tratta, quindi, di sostituire il mondo reale con un nuovo ambiente fittizio e digitale, come succede con la realtà virtuale.
Con la realtà aumentata, al contrario, l’ambiente reale viene mantenuto, ma arricchito con elementi digitali.
Pensiamo, per esempio, alle classiche app che consentono, dopo aver avuto accesso alla fotocamera dello smartphone, di aggiungere elementi grafici. Moltissimi brand utilizzano la realtà aumentata per permettere ai potenziali clienti di provare virtualmente un prodotto.
Un classico esempio di AR è quello di Garnier, che consente agli utenti di provare un colore di capelli partendo da una foto.
Differenza tra realtà aumentata e virtuale
In base a quanto detto fino ad ora, è semplice comprendere qual è la differenza tra realtà aumentata e virtuale. Ma vogliamo entrare ancor più nel dettaglio.
Possiamo definire realtà virtuale e aumentata come due strumenti differenti che consentono all’utenti diversi tipi di esperienza digitale.
Se, nel caso dell’AR, l’utente continua a percepire distintamente col monto reale e ad interagire con esso, con la VR viene creato un altro mondo, di natura virtuale.
La realtà aumentata agisce sul mondo vero, che esiste realmente. La realtà virtuale, invece, per sua definizione crea un mondo tutto nuovo.
Infine, la realtà virtuale prevede l’utilizzo di dispositivi appositi, come i visori e i controller necessari per agire all’interno della VR. La realtà aumentata, di solito, si basa invece su dispositivi di uso comune, come gli smartphone o i computer.
Le opportunità e gli ambiti di applicazione
Realtà virtuale e aumentata sono dunque due concetti differenti: di conseguenza, anche gli ambiti di applicazione sono diversi.
La realtà virtuale viene impiegata soprattutto dalle grandi aziende. Questo perché l’uso della VR è abbastanza costoso, e necessita l’impiego di operatori adeguatamente formati e qualificati.
Tra le applicazioni più recenti e innovative della realtà virtuale troviamo quella che avviene in ambito medico. Spesso il personale sanitario viene formato tramite VR immersiva, prima di operare su pazienti veri e proprio.
In questo modo, prima di mettere a repentaglio vite umane, è possibile esercitarsi utilizzando la realtà virtuale senza rischio.
La realtà aumentata, invece, è più alla portata di tutti. Molti brand, anche di piccole e medie dimensioni, la utilizzano ad oggi con successo.
Abbiamo già citato come esempio di AR la prova colore di Garnier, ma sono tantissimi i marchi che sfruttano un concetto simile. Permettono cioè di visualizzare un mobile all’interno della stanza prima dell’acquisto (un servizio fornito anche da Amazon), o di provare virtualmente un abito.
La realtà aumentata trova anche applicazione in settori come marketing e pubblicità, oltre che in ambito medico, logistico e industriale.
Interazioni con l’Intelligenza Artificiale
I concetti di realtà virtuale e aumentata sono in piena espansione. E tutto lascia presagire che, grazie ad una possibile integrazione con l’Intelligenza Artificiale, l’esperienza dell’utente verrà ulteriormente migliorata.
È ancora presto per tratte conclusioni sulle possibili interazioni tra VR, AR e Intelligenza Artificiale (AI).
Basti però pensare che l’AI potrebbe essere addestrata al riconoscimento di oggetti reali. In questo modo, l’interazione tra ambiente reale e dati digitali introdotti con la realtà aumentata potrebbe migliorare.
L’AI potrebbe inoltre essere sfruttata per migliorare la personalizzazione quando si utilizza la VR. In base ai dati passati e relativi alle esperienze di realtà virtuale vissute dagli utenti, si potranno registrare le preferenze degli utenti stessi.
In questo modo, il miglioramento delle esperienze VR sarà costante e basato su dati reali ottenuti dagli utilizzatori.