Professioni tech: aumenta richiesta e concorrenza dalle aziende estere
Grazie all’avvento dello smartworking è nettamente aumentata la richiesta di professioni tech. Ma non solo! La concorrenza delle aziende straniere si sta ampliando sempre di più.
Analizziamo al meglio la situazione insieme!
Professioni tech e digitalizzazione del Paese
Ricerche aggiornate al 2023 riportano che il 7% di richieste in ambito tecnologico e digitale provengono dall’estero. La cifra è destinata ad aumentare. In previsione per il 2027 serviranno all’incirca due milioni di professionisti con competenze digitali. Ma ad oggi, è presente un forte disallineamento tra domanda ed offerta, in Italia e in Europa in generale.
Le motivazioni di tale disallineamento tra domanda e offerta sono molte. Tra le principali è necessario citare:
- aspetto demografico critico;
- dialogo complicato tra sistema educativo e imprese;
- lavoratori in pensionamento e altri in arrivo.
Digitalizzare il Paese è dunque fondamentale per poter trovare professionisti in ambito nel mercato lavorativo. Ad oggi il problema è evidente: la loro presenza è bassa e molto ricercata. E la domanda arriva anche dalle aziende straniere, soprattutto grazie alla possibilità di lavorare da remoto.
Nello specifico ben il 7% delle richieste proviene da aziende straniere interessate ai nostri esperti in ambito tecnologico e digitale, soprattutto programmatori e data analyst. Le aziende estere sono inoltre disposte a offrire compensi più alti di quelli italiani solo per poter avere tali talenti all’interno del proprio team.
Previsioni del PNRR sulle professioni tech
In previsione, tra il 2023 e il 2027, il mercato del lavoro in Italia, avrà bisogno di circa 3,8 milioni di lavoratori in ambito professioni tech. Tra questi il 72% dovrà sostituire i professionisti in uscita dal mercato del lavoro. Il futuro del restante 28% sarà invece determinato dall’espansione economica. Questa si tradurrà in un’eventuale crescita delle possibilità occupazionali per circa un milione di lavoratori.
Gli investimenti del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono dunque determinanti per la crescita occupazionale ed economica. In previsione:
- costruzioni e infrastrutture otterranno il 21% di occupati complessivi;
- turismo e il commercio ne assorbiranno il 18%;
- servizi avanzati, il 16%;
- ambito formazione e cultura il 13%.
Il PNRR dunque ha anche il compito di accelerare la richiesta di competenze nei processi di transizione verde e digitale.
Tra il 2023 e il 2027 saranno richieste competenze green al 65% di lavoratori e competenze digitali al 56%.
Le opportunità e i profili di cui le aziende sono alla ricerca evidenziano l’attuale importanza di sviluppatori. Ben 7 imprese su 10 ricercano questi professionisti, tra cui principalmente:
- Front End Developer: cercati dal 76%;
- Back End Developer: nel 74% dei casi;
- Full Stack Developer: al 73%;
- data analyst: il 33%;
- esperti di cyber security: dal 21%.
La situazione italiana
Le opportunità lavorative in ambito professioni tech all’interno del Paese non sono omogenee. Le regioni italiane che offrono più opportunità sono:
- Lombardia: da cui provengono il 19% delle richieste;
- Veneto: al 12%;
- Emilia-Romagna, Campania e Lazio: con il 9% cadauna;
- Friuli-Venezia Giulia e Toscana, che registrano un 7%.
La maggior parte delle aziende che cercano figure tecnologiche operano in settori quali:
- consulenza IT: nel 35% dei casi;
- computer software: nel 26%;
- marketing e comunicazione: nel 15%.
Il contesto non è per nulla semplice. Oltre alla difficoltà nel recuperare talenti si aggiunge un’ulteriore complessità. Il 7% delle richieste infatti arriva da aziende sono interessate ai nostri esperti di tecnologia che non operano in Italia.
La motivazione va di certo a ricercarsi nelle nuove modalità di lavoro che permettono di lavorare da remoto, soprattutto negli ambiti tecnologici.
È dunque necessario prestare molta attenzione al fenomeno. Il 7% di professionisti in ambito tech lavora per aziende straniere pur risiedendo in Italia, Ciò sottrae preziose competenze che potrebbero esseer utili al nostro Paese.
A maggior ragione diventa fondamentale:
- lavorare sul tema delle competenze;
- fare in modo che l’offerta si allinei alla domanda;
- rendere il digitale uno dei propulsori dell’economia italiana.
I lavori su cui puntare nel futuro
I lavori su cui puntare nel futuro sono interamente correlati alla crescita tecnologica. In base alle ricerche i lavori in ambito professioni tech del futuro sono:
Analisti di dati e scienziati
- Specialisti in AI e Machine Learning
- Specialisti dei Big Data
- Specialisti di strategia e marketing digitale
- Specialisti in automazione dei processi
- Professionisti dello sviluppo del business
- Specialisti nella trasformazione digitale
- Analisti della cybersecurity
- Sviluppatori di software e applicazioni
- Specialisti dell’Internet delle cose
- Responsabili di progetto (project manager)
- Responsabili dei servizi aziendali e dell’amministrazione
- Professionisti di database e reti interne
- Ingegneri di robotica
- Strategic Advisors
- Analisti di gestione e organizzazione
- Ingegneri FinTech
- Meccanici e riparatori di macchinari
- Specialisti dello sviluppo organizzativo
- Specialisti in gestione del rischio
Cloud computing, big data ed ecommerce rimangono prioritari, con un netto aumento dell’interesse nella crittografia. Inoltre un alto numero di aziende prevede di adottare robot non umanoidi ed intelligenza artificiale. Soprattutto in settori quali informazione digitale, comunicazioni, servizi finanziari, sanità e trasporti. Infine, come abbiamo precedentemente accennato, cresce l’interesse nei lavori green. Nello specifico nell’efficientamento energetico e nella riqualificazione.
Abbiamo analizzato insieme l’evoluzione delle figure e delle competenze più ricercate dalle aziende del nostro Paese. Come abbiamo visto il panorama è estremamente vasto ed attivo. Le professioni tech ad oggi offrono infinite opportunità di lavoro e carriera. Imprese di ogni tipo sono alla ricerca continua di figure in grado di supportarle nel percorso di transizione digitale.