5 consigli essenziali sull'ottimizzazione SEO della pagina prodotto
In un sito di e-commerce curare la pagina prodotto per ciascuno dei suoi articoli non è un’attività a margine. Anzi, è la base di partenza per attirare clienti e convertire le visite in acquisti. In media sono meno del 3% le visite degli utenti che poi si trasformano in profitti per il sito. Oltre a costruirle per garantire la migliore esperienza utente possibile però serve pensare ad ottimizzarle per la SEO.
In questo modo le pagine dei prodotti diventano semplici da trovare ma soprattutto più efficaci per la vendita. Quando un utente apre il link per vedere un articolo la prima impressione che ne ricava è quella determinante. Vale a dire se passerà all’acquisto o se cambierà sito, e a fare la differenza sono cinque fattori determinanti.
Il titolo è il primo step per l’ottimizzazione di una pagina prodotto
Perché un sito e-commerce riesca a prevalere sulla concorrenza deve attirare l’attenzione partendo già dal titolo dato alle schede degli articoli in vendita, detto anche tag title. Si tratta delle prime informazioni che un utente ottiene sul contenuto della pagina e dunque da solo può invogliarlo o meno ad approfondire aprendo il link che compare tra i risultati Google.
Il titolo deve perciò contenere le parole chiave più adatte, che per l’e-commerce sono chiamate buyer keyword. Si tratta dei termini che un utente che ha urgenza di acquistare un prodotto ben definito inserisce nella ricerca per non farsi sviare. Se apre la pagina prodotto dunque è già molto probabile che la visita si converta in acquisto.
La lunghezza ideale per i titoli è di 70 caratteri, misura che include anche gli spazi. Se più lungo infatti viene tagliato e non è possibile vederlo per intero tra i risultati della SERP ma solo la prima parte seguita da dei puntini di sospensione. Fondamentale è anche non commettere errori ortografici anche lievi perché può avere un effetto pesante a livello di performance.
L’ideale nel titolo è indicare il nome del prodotto senza però includere tutte le specifiche che si potranno poi leggere nel dettaglio aperto il link della scheda, il nome del brand e il codice SKU. Se entro i 70 caratteri non ci stanno tutte le parole chiave che si intendeva usare le si può sempre inserire nella meta descrizione che comunque apparirà sotto il titolo.
Come scrivere la meta descrizione
Lo scopo della meta descrizione è quello di dare all’utente un’idea del contenuto della pagina prodotto che sta per aprire e in genere è lunga una o due frasi. Una presentazione strutturata per essere coerente con il contenuto della pagina e che deve stuzzicare curiosità per spingere i potenziali clienti a cliccare sul link. Non è un fattore di posizionamento diretto ma ha un peso rilevante per esempio fra titoli simili.
La cosa migliore quindi è fare in modo che ogni scheda prodotto abbia una meta descrizione strutturata su misura e unica, anche per articoli simili. Per questo deve contenere informazioni pertinenti e di interesse e integrare le keyword che non si è riusciti a mettere nel titolo. Non deve però neanche limitarsi a due o tre parole, ma essere una frase articolata.
Una meta descrizione ottimizzata in ottica SEO di solito ha una lunghezza compresa fra i 145 e i 160 caratteri, spazi inclusi. Se si sfora questo limite il testo viene troncato e si rischia di perdere il finale a effetto ovvero la call to action. Si tratta di un invito o meglio un sollecito per l’utente che vuole spingerlo a cliccare sul link, come ad esempio “Scopri…”.
Nella meta descrizione perché sia ottimale è sconsigliato inserire emoji o numeri e lo stesso vale per le virgolette che riescono solo a portare via un carattere in più da quelli a disposizione. Il tono usato in queste due righe deve rispecchiare quello della pagina che l’utente andrà ad aprire per dargli un’anteprima coerente.
Prevedere recensioni su ogni pagina prodotto
Stando alle statistiche il 95% degli utenti esamina i pareri di chi ha già acquistato un prodotto prima di decidere in modo definitivo se comprarlo o meno. La sezione delle recensioni è considerata un grosso aiuto e quelle che i potenziali acquirenti leggono con maggiore interesse sono quelle meno positive. Un parere entusiasta e che dà pieni voti suona poco credibile mentre uno che valuta pro e contro invece suona realistico.
Per questo oltre a essere fuorviante e poco etico per un’azienda non è conveniente aggiungere commenti entusiasti sotto una pagina prodotto che non ne ha raccolti di buoni. Gli utenti più esperti notano subito simili stratagemmi e questo metterebbe a rischio la credibilità di un brand. Se ci sono pareri negativi è meglio rispondere all’autore per provare a mitigare la situazione.
Anche incoraggiare il pubblico a lasciare più recensioni e tenere conto di ciò che scrivono aiuta a migliorare qualche dettaglio. Si può inviare un messaggio o una mail come impostazione automatica dopo che hanno completato l’acquisto o far comparire l’invito sulla schermata che appare dopo il pagamento. Si può anche chiedere solo un rating da una a cinque stelle per l’esperienza prodotto.
Prevedere l’user testing sulle proprie pagine
In italiano si può definire anche test di usabilità e si tratta di un’analisi qualitativa della pagina prodotto per evidenziarne i difetti più rilevanti che possono essere diversi. Per esempio le immagini possono essere poco chiare o le informazioni riportate presentare degli errori (i contatti per l’assistenza, le dimensioni dell’articolo…).
Ci sono due tipologie principali di user testing, ossia moderata e non moderata. Nel primo caso l’utilizzo che un utente fa del sito viene monitorato in tempo reale mentre nel secondo caso non c’è alcun moderatore. La seconda tipologia risulta comoda perché si può svolgere da remoto senza dover porre dei limiti di carattere geografico.