Guida al Growth Hacking
Il Growth hacking è un processo che sfrutta metodi innovativi e creativi per permettere ad un business può crescere il più velocemente possibile.
Scopriamo al meglio insieme di cosa si tratta e quali sono strategie e best practice più efficaci!
Che cos’è il Growth Hacking
Ad oggi, una definizione univoca di Growth Hacking è molto ardua da trovare. Si può descrivere come:
- processo di rapida sperimentazione che sfrutta elementi di marketing funnel, sviluppo di prodotti e vendite per identificare i modi in cui un business può crescere in rapidità;
- insieme di processi che mette in relazione canali di marketing e di sviluppo dei prodotti per identificare le soluzioni più efficaci ed efficienti per un business;
- metodologia progettuale fondata su innovazione e scalabilità, per affrontare un’opportunità e trasformarla in successo, tramite sperimentazioni veloci e rapide.
A livello generale, il Growth Hacking si colloca nel contesto tipico della startup o piccole e medie imprese dove esistono condizioni quali
- assenza di un budget specifico per gli investimenti in marketing;
- mancanza di un background di marketing tradizionale;
- focalizzazione su soluzioni di marketing che identifichino la via più rapida per accrescere un business in espansione.
Queste tipologie di aziende non hanno quindi ancora un prodotto/servizio finito, devono studiare il proprio mercato e identificare i propri clienti rapidamente per non essere tagliata fuori dal mercato. In questo contesto, tramite analisi, la programmazione e l’automazione dei dati online, è possibile che un team di growth hacking riesca a proporre il tuo prodotto a molte persone a costi ridotti.
Differenze rispetto al marketing tradizionale
Come abbiamo visto finora, il marketing dell’approccio growth hacking si concentra sul far crescere l’attività a tutti i costi attraverso strategie rapide e a basso costo.
In questo senso offre quindi il vantaggio di accelerare e strutturare meglio il digital marketing, esplodendone le potenzialità.
Nello specifico, questa strategia presenta:
- maggior concentrazione sulla crescita aziendale e lo sviluppo di prodotti e servizi;
- dialogo con la base clienti per capire cosa vuole e progettare un prodotto in base a quel feedback;
- competenze di programmazione, automazione, analisi dei dati, esperienza di A/B test, creazione di siti web, pagine di destinazione ed esperimenti di crescita che permettono di espandere l’attività al massimo.
Al contrario, il marketing tradizionale ci si incentra su:
- mera vendita di prodotti e servizi finiti;
- esame di ciò che si è sviluppato, individuazione del modo per commercializzarlo e proposta a quante più persone possibili;
- uso di metodi collaudati quali direct mail marketing, ottimizzazione per i motori di ricerca, broadcast marketing e altre campagne pubblicitarie.
Malgrado le due strategie presentino in parte delle somiglianze, come è evidente, il growth hacking va ben oltre il marketing tradizionale ampliandone il concetto e il potenziale successo, ove ben strutturato.
Strategie e best practice efficaci
Per ottenere il massimo dal processo di growth hacking è necessario:
- scegliere un pubblico target: non cercare di rivolgersi a tutti per trasformare in clienti più persone possibili.
È necessario essere coerenti e personalizzare prodotti/servizi per soddisfare le esigenze della propria nicchia; - creare una forte presenza online: essere visibili costruendo con attenzione il sito e dando priorità alla SEO.
Più utenti sentono parlare di un brand, maggiori sono le possibilità che prodotti e servizi vengono acquistati; - privilegiare il coinvolgimento del pubblico, interagendo a livello personale.
Costruire una relazione con il mercato target permette di aumentare il tasso di conversione; - ottimizzare la strategia social: individuare su quale piattaforma concentrare la propria presenza per indirizzare il traffico nel modo giusto al sito web;
- collaborare con gli influencer del settore: si tratta di personaggi con grande seguito sui social media i cui follower si fidano di ciò che hanno da dire.
- stabilire un accordo al fine di promuovere prodotti/servizi per aumentare notevolmente le entrate;
- ricalibrare il messaggio: utilizzare un contenuto per trasformarlo in più elementi. Ad esempio, trasformare il proprio blog, se di successo, in un podcast;
- offrire un programma di affiliazione: uno dei modi più rapidi per espandere la base clienti, ad esempio, offrendo un coupon sconto a chi acquista prodotti e servizi.
Casi di successo
Ad oggi, molte aziende hanno raggiunto il successo grazie alla definizione di strategie di growth hacking. Tra i casi più celebri
- Hotmail
Il sistema di web e-mail maggiormente utilizzato negli anni ’90. I fondatori Sabeer Bathia e Jack Smith per lanciarsi sul mercato, invece di comprare spazi pubblicitari sui media tradizionali, avevano sviluppato un programma di referral basato sulla frase accattivante «P.S. I love you. Get your free email at Hotmail», aggiunta alla fine di ogni email. Il metodo fu così di successo che raggiunse in pochi giorni milioni di clienti; - Airbnb
Il celebre sito di home sharing. Nella sua fase di avvio, affinchè decollasse i suoi creatori sfruttarono un’altra piattaforma ai tempi celebre con simili intenti, Craigslis. Nel momento di compilazione dei moduli per aggiungere la propria camera sulla piattaforma, Airbnb consentiva di pubblicarla anche su Craigslist, generando un ulteriore link. In questo modo riuscì nell’intento di diventare leader del mercato.
Come abbiamo visto insieme vantaggi del growth hacking come strategia di marketing sono molti. Permettono un investimento misurato, ripetibile e scalabile che consente alle start-up di crescere in tempi ridotti, anche se si dispone di un budget limitato». In altre parole, se si sanno seguire i passi giusti, rappresenta un’opportunità concreta e di successo.