Facebook Conversions API: la guida completa all'utilizzo
Nel 2023 le Facebook Conversions API sono diventate uno strumento fondamentale per fare advertising su Meta Ads.
Scopriamo insieme nel dettaglio cosa sono, a cosa servono e come si utilizzano!
Problematiche del vecchio metodo di tracciamento dati tramite pixel
Le Facebook Conversions API sono entrate in gioco per risolvere le varie problematiche del metodo di tracciamento tramite pixel.
Ad oggi infatti l’efficacia dei classici pixel di Facebook per tracciare i dati attraverso il browser e tramite cookies è nettamente diminuita. La causa va a ricercarsi principalmente nei problemi di:
- blocco dei cookies di terze parti da parte dei principali browser;
- software e programmi ad-blockers che bloccano gli annunci e inserzioni. Ad oggi utilizzato dal 42,7% degli utenti di internet;
- intervento di Apple con iOS14 ed aggiornamenti successivi. Gli sviluppatori di App sono così costretti a chiedere agli utenti il consenso per il tracciamento dei dati;
- finestra massima di conversione su Meta Ads passata da 28 giorni a 7 giorni dal clock. Questo fattore comporta un’enorme perdita di dati. Il pixel riesce infatti a fornire meno informazioni su come gli utenti interagiscono sul web.
L’insieme di tutte queste problematiche crea danni conseguenti anche il targeting. L’algoritmo ha infatti meno dati su cui ottimizzarsi e dispone di pubblici personalizzati su cui fare retargeting di dimensioni inferiori. Il risultato è il tracciamento di un numero decisamente inferiore di utenti.
Le C-API ci vengono in aiuto, ma ti anticipo già che purtroppo non risolvono tutti i problemi.
Conversions API vs pixel di Facebook
Le Conversions API, abbreviate nell’acronimo C-API, supportano l’utente nel:
- tracciare correttamente;
- attribuire;
- migliorare le prestazioni delle campagne su Facebook e Instagram.
Per comprendere al meglio l’utilità delle Facebook Conversions API è necessario fare un passo indietro. Capiamo quindi come funziona l’installazione classica del pixel di Facebook.
Come abbiamo analizzato in precedenza il tracciamento tramite pixel di Facebook è uno strumento lato browser. Ciò significa che traccia i dati attraverso il browser dell’utente attraverso l’uso di cookies. Questi sono dei piccoli file di testo che i siti Internet inviano al browser e poi ricevono indietro. Il fine è quello di ottenere informazioni utili a personalizzare l’esperienza di chi li sta visitando.
Il browser è però anche il luogo in cui l’utente può installare software di blocco degli annunci o bloccare i cookies dalle impostazioni. Inoltre talvolta il tracciamento si può perdere a causa di una connessione lenta.
Le Facebook Conversions API, al contrario, sono uno strumento lato server. Fino a poco tempo fa erano note come conversioni server to server. Le stesse consentono di tracciare le conversioni attraverso il server del proprio sito web e non tramite il browser.
Cosa sono le Conversion API e che problemi risolvono
Ora possiamo procedere ed analizzare nel dettaglio di cosa parliamo con l termine Conversion API.
Le C-API non si basano sui cookie. Le impostazioni del browser dei visitatori di ogni sito web non influenzano le sue capacità di tracciamento. Utilizzando le Conversion API è quindi possibile risolvere il problema della mancanza di cookie e dei blocchi dovuto gli ad-blockers.
Non impediscono però la problematica creata da iOS14. Se l’utente decide di non farsi tracciare, non esiste soluzione.
In definitiva le C-API:
- funzionano al meglio in collaborazione al tracciamento standard del pixel di Facebook tramite browser;
- migliorano l’accuratezza del tracciamento catturando molti dati che verrebbero altrimenti perduti;
- collaborano nel miglioramento delle prestazioni degli annunci Facebook. Fornisce infatti dati più completi per l’ottimizzazione.
Esistono tre diversi metodi per procedere all’installazione delle conversion API di Facebook. La scelta migliore è molto soggettiva. Dipende infatti da fattori quali:
- piattaforma CMS utilizzata sul sito web;
- livello di aiuto tecnico a cui si ha accesso all’interno dell’attività;
- avere o meno pixel di Facebook funzionanti all’interno di un Business Manager configurato.
Metodi di installazione
Esistono tre diversi metodi di installazione:
- installazione delle C-API con un’integrazione partner. Consiste nell’utilizzo di un plugin realizzato per facilitare l’installazione su vari CMS. Si tratta del modo più semplice in quanto non è necessario saper programmare e si può realizzare in autonomia. Questa opzione è disponibile solo se il sito web è realizzato con una delle piattaforme partner di Facebook;
- tramite il Conversion API Gateway. Questo metodo richiede competenze tecniche più avanzate e capacità di programmazione. Si suggerisce affidarsi a uno sviluppatore esperto. Il vantaggio è la possibilità di avere maggior controllo sulla configurazione e sui parametri monitorati;
- installazione manuale: da utilizzare insieme a quella precedente. In questo caso Facebook provvede a fare la deduplicazione degli eventi. Ovvero ne mantiene uno e scarta l’altro, evitando che questo venga contato due volte. Ogni evento tracciato ha un rispettivo codice identificativo passato sia tramite browser che tramite server.
Come abbiamo visto insieme tracciare le azioni degli utenti su Meta Ads tramite server con le C-API è ad oggi fondamentale.
In un mondo contemporaneo che si appresta a diventare cookieless, non si può rischiare di perdere dati preziosi tracciando solo il lato browser.