Dwell Time: il segreto per scalare la SERP

Dwell Time: il segreto per scalare la SERP

Nel mondo della SEO, ogni dettaglio conta. Tra le metriche più influenti, ma spesso sottovalutate, c’è il Dwell Time. Questo indicatore misura il tempo che un utente trascorre su una pagina web dopo aver cliccato su un risultato nei motori di ricerca, prima di tornare alla SERP (Search Engine Results Page).

Sebbene Google non confermi ufficialmente il Dwell Time come fattore di ranking diretto, molti esperti concordano sul fatto che un tempo di permanenza elevato possa influenzare positivamente la posizione di una pagina nei risultati di ricerca.

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Cos’è il Dwell Time?

Il Dwell Time è la durata della visita di un utente su una pagina web, calcolata dal momento in cui clicca su un risultato nella SERP fino a quando non ritorna alla stessa pagina dei risultati. Se un utente trascorre poco tempo su una pagina e poi torna rapidamente alla SERP, potrebbe indicare che la pagina non ha soddisfatto le sue aspettative o non ha risposto adeguatamente alla sua query. Al contrario, un tempo di permanenza prolungato suggerisce che il contenuto è stato pertinente e utile per l’utente.

Perché il Dwell Time è importante per il SEO?

1. Indicatore di soddisfazione dell’utente
Un Dwell Time elevato indica che gli utenti trovano il contenuto pertinente e utile. Questo comportamento suggerisce a Google che la pagina soddisfa l’intento di ricerca, potenzialmente migliorando il posizionamento nei risultati organici.

2. Feedback per i motori di ricerca
I motori di ricerca utilizzano il Dwell Time come segnale indiretto per valutare la qualità di una pagina. Se una pagina ha un Dwell Time elevato, è probabile che venga considerata più rilevante e di qualità superiore rispetto a una con un tempo di permanenza basso..

3. Miglioramento delle metriche di coinvolgimento
Un Dwell Time prolungato può portare a un aumento delle metriche di coinvolgimento, come la riduzione della frequenza di rimbalzo e l’aumento delle conversioni. Gli utenti che trovano il contenuto interessante sono più propensi a interagire ulteriormente con il sito.

Come migliorare il Dwell Time

1. Creare contenuti di alta qualità

Il contenuto deve essere informativo, pertinente e rispondere in modo esaustivo alle domande degli utenti. Articoli ben strutturati, con informazioni approfondite e aggiornate, tendono a mantenere gli utenti più a lungo sulla pagina.

2. Ottimizzare la velocità di caricamento della pagina

Le pagine che si caricano rapidamente offrono una migliore esperienza utente e riducono la probabilità che gli utenti abbandonino il sito prematuramente. Strumenti come Google PageSpeed Insights possono aiutare a identificare e risolvere problemi di velocità.

3. Migliorare la leggibilità del contenuto

Utilizzare paragrafi brevi, elenchi puntati, sottotitoli chiari e immagini pertinenti rende il contenuto più digeribile e coinvolgente. Un design pulito e una tipografia leggibile contribuiscono a mantenere l’attenzione dell’utente.

4. Allineare il contenuto con l’intento di ricerca

Comprendere l’intento dell’utente (informativo, transazionale, navigazionale) e creare contenuti che rispondano precisamente a tale intento aumenta la probabilità che l’utente rimanga sulla pagina.

5. Utilizzare elementi multimediali

Incorporare video, infografiche, immagini e altri elementi multimediali può rendere il contenuto più interessante e coinvolgente, prolungando il tempo di permanenza degli utenti.

6. Ottimizzare per dispositivi mobili

Con l’aumento dell’uso dei dispositivi mobili, è essenziale che il sito sia completamente ottimizzato per questi dispositivi. Un sito mobile-friendly offre una migliore esperienza utente e può contribuire a un Dwell Time più elevato.

7. Ridurre le distrazioni

Evitare pop-up invasivi, pubblicità eccessive o elementi che distraggono l’utente aiuta a mantenere l’attenzione sulla pagina e a prolungare il tempo di permanenza.

Dwell Time e altri indicatori SEO

Il Dwell Time si distingue dagli altri indicatori SEO perché misura il tempo che passa dal momento in cui un utente clicca su un risultato nella SERP fino a quando ritorna alla pagina dei risultati.
Questo lo rende un ottimo indicatore della soddisfazione dell’utente rispetto al contenuto trovato.

Altri parametri, come il Bounce Rate, misurano la percentuale di utenti che abbandonano il sito dopo aver visitato una sola pagina.
Tuttavia, a differenza del Dwell Time, non distinguono se l’utente torna subito alla SERP o se la visita proviene da un’altra fonte.

Il Time on Page indica quanto tempo un utente trascorre su una singola pagina, ma non considera necessariamente il ritorno alla SERP, quindi può essere influenzato da altre dinamiche come la navigazione interna o l’apertura della pagina in background.

Infine, la Session Duration rappresenta la durata complessiva di una sessione sul sito, includendo tutte le pagine visitate. Anche in questo caso, non offre informazioni specifiche sul comportamento dell’utente rispetto ai risultati di ricerca, rendendolo meno preciso come segnale di soddisfazione legato al Dwell Time.

Conclusione

Sebbene il Dwell Time non sia un fattore di ranking ufficialmente confermato da Google, è un indicatore potente della qualità del contenuto e della soddisfazione dell’utente.
Migliorando il Dwell Time, non solo si ottimizza l’esperienza dell’utente, ma si invia anche un segnale positivo ai motori di ricerca, potenzialmente migliorando il posizionamento nei risultati organici.

Investire nella qualità del contenuto, nella velocità del sito e nell’esperienza utente complessiva è fondamentale per scalare le SERP e raggiungere il successo nel mondo digitale.

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