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Conversion API: come tracciare e ottimizzare le conversioni

Conversion API

Conversion API di Meta, il sistema per tracciare le conversioni

Facebook o meglio Meta ha previsto lo strumento Conversion API per creare una connessione diretta e certificata fra i dati di marketing delle aziende e il proprio server. Non a caso lo si chiama anche server-to-server API ed è molto utile anche per tracciare le conversioni e riuscire a ottimizzarle anche in base alla loro tipologia. Per esempio le sottoscrizioni o gli acquisti.

I dati di marketing che raccoglie lo strumento sono vari, tra cui gli eventi su Facebook e le conversioni avvenute offline. Sono le aziende stesse però a decidere quali informazioni condividere in modo da limitarsi solo a quelle necessarie per migliorare la propria strategia di marketing. Le conversioni quindi possono essere tracciate anche solo in parte.

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Chi ha bisogno della Conversion API

Anche se lo usano soprattutto i grandi brand in realtà le piccole attività possono a loro volta trarne dei vantaggi per riuscire ad andare oltre alla semplice visibilità. Per iniziare ad ottenere iscrizioni o vendite tracciare le conversioni aiuta a capire che direzione prendere se il brand avviato è recente a individuare meglio il proprio target. 

Conversion API permette di trasmettere i dati a Meta ad applicazioni, siti web, sistemi di gestione clienti come il POS e i Customer Relationship Management (CRM). Tutti possono così evitare perdite di dati dato che con questa connessione vengono acquisiti anche dal server di Meta oltre che in quello che li invia. Lo stesso vale per il rischio di non poter eseguire bene il tracciamento per il blocco dei cookie di terze parti.

Anche chi usa già Meta Pixel può integrarlo per migliorare le prestazioni delle campagne pubblicitarie che si diffondono su Facebook. Il pixel può misurare l’efficacia delle inserzioni che si pubblicano sul social network per aumentare le vendite. Se utilizzati insieme inviano gli stessi dati in duplice copia in quella che viene chiamata configurazione di un evento ridondante. 

Le best practice da adottare nel suo utilizzo

Quando si utilizza Conversion API ci sono delle attività che possono fare la differenza. Prima di tutto per la qualità della corrispondenza degli eventi bisogna puntare alle valutazioni più alte (Buono o Eccellente). In questo modo gli eventi saranno associati più facilmente a un account creato su Meta. Un modo per alzare la corrispondenza degli eventi è includere dei parametri (per esempio relativi alle informazioni del clienti).

Per introdurli occorre naturalmente essere in possesso delle giuste autorizzazioni di legge. Inoltre non tutti i parametri hanno la stessa priorità ma la si può assegnare in modo arbitrario a quelli che per la propria attività risultano più rilevanti. Si può scegliere fra le gradazioni “Più alta”, “Alta”, “Media” o “Bassa” da attribuire alle e-mail con hash, gli indirizzi IP dei clienti ecc.

Un’altra best practice rilevante è quella di condividere gli eventi su Meta in tempo reale in modo che Conversion API funzioni nel modo più preciso possibile. Se la condivisione avviene oltre il limite massimo consigliato Facebook potrebbe anche non considerarli. Per ogni tipologia di evento c’è un tempo consigliato da Meta proprio per evitare questa possibilità. 

In caso siano presenti degli eventi ridondanti ossia identici fra loro ma che provengono sia dal server che dal browser la pratica migliore è quella di eliminare quelli in più. Per farlo basta sapere il nome dell’evento ridondante oltre al suo ID. Questa azione si definisce deduplicazione ed evita anche di ottenere report doppi.

Configurare al meglio Conversion API

Non bisogna dimenticare di controllare la configurazione dello strumento dalla sezione “Gestione eventi” di Meta. Da qui ad esempio si può verificare se l’aggiornamento dei dati sia rapido e scoprire eventuali azioni insolite utilizzando la funzione “Testa gli eventi”. Il suo scopo infatti è verificare che gli eventi del server siano ricevuti in modo corretto da Facebook. 

Se si è convinti che la configurazione di Conversion API non sia ottimale c’è lo strumento “Diagnostica” che rileva eventuali problemi da risolvere e fornisce informazioni su come eliminarli. Una volta risolti li si può spostare all’interno della sezione “Rilevati in precedenza”. La cosa migliore è controllare in modo periodico la Diagnostica in modo che non sfugga nulla. 

Dalla tab “Aggiornamento dei dati” serve a verificare la latenza tra il momento in cui l’evento si è verificato e quello in cui Meta lo ha ricevuto. Per essere ottimale dovrebbe essere pari a zero, ossia in tempo reale o il più vicino possibile a questo obiettivo. La “Panoramica degli eventi” invece consente di monitorare il volume di quelli che si condividono e se siano ridondanti o meno. Fare questi controlli è una sorta di “manutenzione” della configurazione.

Le integrazioni di partner 

Se si ha un sito web in esecuzione su una delle piattaforma partner di Meta configurare Conversion API risulta molto facile. L’integrazione è facile e si può eseguire andando su “Origine dei dati” nella Gestione eventi e selezionare le Impostazioni. Da qui si scorre fino alla voce “Seleziona un partner” e se la propria piattaforma è nella lista è possibile procedere seguendo le istruzioni fornite.
 
Tra i partner di Meta che sono anche piattaforme per i dati dei clienti ci sono Adobe, Treasure Data e Tealium. La lista però comprende anche altri nomi di rilievo come WordPress e Shopify che sono tra i software più utilizzati per la creazione di siti web per l’e-commerce. Nella stessa categoria ci sono anche OpenCart e EasyStore (quest’ultimo specializzato per negozi di mobili).
 
L’integrazione di partner si può svolgere anche con alcuni strumenti di gestione dei tag come Google Tag Manager ed Ensighten. Se però la propria piattaforma non è presente nella lista ci sono delle istruzioni standard per completare la configurazione. 
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