Introduzione a ChatGPT Canvas
Dalla sua comparsa nel 2022 il chatbot di OpenAI ha ricevuto diversi aggiornamenti, ma ChatGPT Canvas merita un’analisi più dettagliata. Rispetto alla versione precedente ha aggiunto diverse funzioni che mirano a rendere l’utilizzo del programma più interattivo per l’utente. In questo modo i contenuti che il chatbot restituisce potranno migliorare dal punto di vista della personalizzazione e dare maggior potere di editing agli utilizzatori.
L’aspetto più interessante della nuova interfaccia è che le nuove feature non si attivano di default, ma solo quando ChatGPT reputa che sia necessario. Quindi ponendo una domanda o una questione semplice o che riguarda un aspetto privato non si noterà nulla di diverso dal solito. Se invece si sta usando l’AI per produrre contenuti da pubblicare sul web, per esempio condividendoli sui propri canali social.
Quali sono le funzionalità innovative di ChatGPT Canvas
Rispetto alla versione standard del chatbot di OpenAI la nuova interfaccia ci sono diverse feature che potrebbero rivelarsi interessanti per i content creator. Vediamo di seguito le principali:
- Adattamento dell’ampiezza del testo. Se il contenuto restituito in seguito alla richiesta risulta troppo esteso o troppo esiguo per le esigenze dell’utente è possibile allungarlo o accorciarlo. Per creare un post o un articolo è facile che si debba rispettare un numero preciso di parole.
- Editing diretto. L’utente ha la possibilità di intervenire in prima persona su ciò che ChatGPT Canvas ha elaborato. Per esempio può cancellare alcune righe o parole, apportare delle correzioni o aggiungere delle parti secondo il proprio stile personale.
- Presenza di emoji. Al posto di un semplice testo senza alcun simbolo, la nuova interfaccia del chatbot può integrare delle emoji nei contenuti che produce. Questo dipende da quando l’AI lo ritiene necessario rispetto al contesto o al tono richiesto dall’utente.
- Adattare il tono e la complessità del testo. A seconda del target per cui bisogna pensare il post, l’articolo o il racconto questa funzione è in grado di apportare delle modifiche ai testi perché risultino più appropriati. In particolare il livello di comprensione più basso è quello pensato per i bambini della materna, fino a quello di uno studente della scuola superiore.
- Revisione finale. Una volta che l’interfaccia stende il contenuto richiesto è possibile domandare di fare un controllo ulteriore per individuare eventuali errori o imprecisioni. In questo modo diventa più facile evitare una svista grammaticale.
Come usare la nuova interfaccia
Per utilizzare ChatGPT Canvas prima di tutto occorre aprire un account Plus, perché le nuove feature non sono disponibili per chi utilizza la versione gratuita del chatbot. Una volta entrati si può andare sul menu che si trova nell’angolo in alto a sinistra della pagina e una volta aperto selezionare la voce GPT-4o with canvas. Si tratta della seconda voce del menu, al di sopra di o1-preview.
Per iniziare a usarlo è sufficiente scrivere un prompt chiedendo di elaborare un contenuto preciso. Per esempio “scrivi un post per un blog di cucina” oppure “crea una email da spedire a…” seguiti dall’argomento che si vuole trattare. Una volta che l’AI produce il contenuto avviene in automatico lo switch alla nuova versione. A questo punto si può iniziare la fase di editing e intervenire in prima persona per apportare delle modifiche.
Ad esempio se il testo del post o dell’email risulta troppo semplice o infantile per il target fissato si può cercare sull’interfaccia ChatGPT Canvas la voce “Reading level“. Spostando l’indicatore sul livello più alto il linguaggio cambierà in modo da essere adatto a utenti più maturi. Dopodiché con “Adjust lenght” si può adattare la lunghezza del testo in modo che richieda pochi minuti di lettura.
Può capitare che il chatbot lasci degli elementi che non sono previsti nel contenuto che si vuole condividere basta rimuoverli manualmente. Questo può valere se il testo si dilunga troppo su un aspetto secondario o fa accenno a temi che possono distogliere l’attenzione dall’argomento principale.
Usare ChatGPT Canvas per fare coding
Sin dalla comparsa del chatbot di OpenAI non sono stati pochi gli studenti di Informatica o addirittura alcuni sviluppatori a servirsene per elaborare codici di programmazione. La nuova interfaccia ha migliorato anche questo aspetto, introducendo alcune scorciatoie (shortcuts). Una di queste sono i suggerimenti che fornisce per migliorare il codice dopo una revisione, in modo da prevenire la necessità di aggiustamenti futuri.
Un altro altro strumento migliorato con ChatGPT Canvas è proprio quello di individuare subito gli errori (Fix bugs) e fornire al programmatore le righe di codice con le correzioni necessarie. Per rendere queste modifiche più chiare la nuova interfaccia provvede anche ad aggiungere dei commenti specificando quali sono gli errori riscontrati. Volendo il chatbot può anche allegare delle istruzioni operative in modo che chi scrive il codice possa diventare più autonomo ad individuare gli errori.
Infine una feature che sicuramente farà la gioia di chi studia programmazione è quella che permette di tradurre il proprio codice in un altro linguaggio di programmazione. Per esempio passare da Python a JavaScript e viceversa, oppure da TypeScript a C++, fondamentale quando si passa da un progetto all’altro. Il chatbot diventa così un vero e proprio assistente per lavorare piuttosto che un semplice tool.
Per usare la nuova interfaccia per programmare occorre inserire l’adeguato prompt, ossia “usa canvas”. Se per i progetti di creazione di contenuti testuali il chatbot sa riconoscere quando è necessario, per il coding bisogna invocarlo in forma diretta.
Le possibilità future del chatbot
Esaminando il progetto di ChatGPT Canvas e la sua evoluzione può stupire la scoperta che chi se ne è occupato in forma diretta ora non lavori più all’interno di OpenAI. Uno di questi è John Schulman, che dopo essersi licenziato ha trovato impiego presso la società Anthropic PBC. Ironico considerato che questa azienda fondata nel 2021 è a sua volta un progetto nato da ex impiegati di OpenAI, tra cui Daniela Amodei e Dario Amodei.
La nuova interfaccia per ora è ancora nella sua versione beta, quindi non è escluso che chi è subentrato alla sua progettazione apporti modifiche consistenti. La linea che sembra voler seguire OpenAI per il futuro è quella di lasciare sempre maggior capacità decisionale all’intelligenza artificiale. Canvas è un primo passo, ma di sicuro non l’ultimo.