Anchor text e SEO
Traducendo letteralmente “anchor text” si ottiene “testo di ancoraggio” e si tratta della riga cliccabile che appare come collegamento ipertestuale. Risalta in mezzo al resto del testo così che gli utenti riconoscano di poterci cliccare sopra.
Per questo di solito appare di colore blu, e a volte è anche sottolineato. Si compone di qualche parola, tre o quattro nella maggior parte dei casi.
Prevedere questo elemento è fondamentale per il link building del proprio sito, una strategia SEO che può rivelarsi molto utile per il ranking del sito. Per fare link building si cerca di creare una rete di collegamenti fra più siti o tra le pagine della stessa piattaforma web.
L’importanza dell’anchor text
Come accennato questo elemento ha una funzione duplice. Da un lato aiuta a guidare gli utenti che navigano all’interno di un sito web verso nuovi contenuti, dall’altro può migliorare il posizionamento di una pagina sui motori di ricerca. Grazie alla sua presenza infatti per Google e non solo diventa più semplice capire gli argomenti trattati da un sito web oltre che per determinarne la rilevanza.
Tenendo in considerazione questo aspetto la cosa migliore è optare per delle parole chiave specifiche come anchor text. In particolare quando si trattano contenuti di nicchia la scelta delle keyword è fondamentale.
Mettere scritte come “Clicca qui” o “dai un’occhiata” senza nessuna informazione non è funzionale per fare la differenza a livello dell’algoritmo di Google e della rete semantica che si vuole costruire.
Non bisogna dimenticarsi di quanto questo elemento sia determinante a livello dell’esperienza utente. Il pubblico del web sarà poco incline a premere link senza contesto mentre potrebbe incuriosirsi proprio grazie alle parole chiave. Così esplorerà in modo più accurato il sito, scoprendo magari altri articoli di interesse o prodotti collegati all’acquisto che stanno per fare.
Come per ogni strumento bisogna cerca di non abusare del suo utilizzo, perché potrebbe essere rilevato come un tentativo di monopolizzare la navigazione e far perdere credibilità al sito. L’algoritmo di Google ha ricevuto degli aggiornamenti finalizzati proprio allo scopo di evitare un uso eccessivo dei testi di ancoraggio.
Quante tipologie ne esistono
Prima di approfondire come creare un anchor text efficace, vediamo come vengono classificati a seconda delle loro caratteristiche:
- Corrispondenza esatta, ovvero che fanno uso della keyword specifica per la pagina a cui indirizzano. Ad esempio per un sito che tratta di attrezzature da campeggio si potrà usare il nome dei prodotti che presenta. Purtroppo è proprio questa la tipologia meno gradita all’algoritmo di Google.
- Corrispondenza parziale, in questo caso si fa uso di una parola chiave alternativa rispetto a quella principale, o è circondata da altri termini che contestualizzano l’espressione. Invece di “dolci alla frutta” per esempio il testo potrebbe riportare “gelati e altri dolci alla frutta”.
- Anchor text con parole chiave correlate, non si usa proprio la keyword principale ma solo dei termini che le si possono associare. Per esempio un aspetto specifico dell’argomento principale di cui tratta la pagina. Se la parola chiave è “cibo per animali” quindi si potrebbe mettere “scatolette per cani e gatti”.
- Testi di ancoraggio di tipologia branded. Invece di usare keyword specifiche o legate al tema di cui si occupa si può usare direttamente il nome dell’azienda. Quindi ad esempio “Renault”, “Amazon” ecc., che tornano utili quando si indirizza l’utente direttamente al sito del brand. In alcuni casi si può unire il nome dell’azienda a una keyword per renderli più efficaci.
- Link nudi. Invece di utilizzare delle parole chiave come testo di ancoraggio si usa direttamente l’Url a cui reindirizzare l’utente.
Come ottimizzare il testo di ancoraggio
La prima cosa da considerare è la pagina che aprirà il link di collegamento, se interna allo stesso sito o invece esterna.
In base al contenuto trattato al suo interno si può valutare quali siano le keyword più pertinenti oltre che le più interessanti per il target che ci si è prefissati. Importante è anche che non stonino con il testo, ma che appaiano inserite in modo naturale.
Altra best practice da tenere presente è quella di essere concisi quando si scrive l’anchor text, senza superare le 4-5 parole. In più risulterebbe dispersivo e non ha un buon impatto a livello visivo dato che i link hanno un colore diverso rispetto al testo normale.
Conviene anche variare la tipologia tra le possibilità descritte al paragrafo precedente, alternando i branded a quelli a corrispondenza esatta o parziale.
Ottimizzare in modo eccessivo come già detto è poco funzionale, quindi continuare a ripetere keyword nel testo per inserire altri link non è il massimo. Se si ha un articolo esteso l’inserimento di più collegamenti ipertestuali appare giù più naturale, mentre in un post non è mai il caso di metterne più di uno o due. Per creare il collegamento serve usare il tag <a>.
Se la pagina dove si vuole inserire il testo di ancoraggio è stata creata su WordPress basta inserire l’Url dopo aver selezionato l’opzione apposita. Dopodiché nella tendina che si apre si possono inserire le keyword e l’opzione di aprire il collegamento in un’altra scheda.
Come ottenere a propria volta dei link in entrata
Oltre a variare fra gli anchor text a corrispondenza parziale, esatta o di tipo branded bisogna anche considerare le pratiche adottate dai maggiori competitor del settore. Prendere ispirazione da come scelgono le keyword e come li inseriscono può aiutare a migliorare anche il proprio ranking. Ma non bisogna dimenticare che oltre a fare link building occorre sperare che altri brand reindirizzino verso il proprio sito.
Per un brand stabilire delle collaborazioni con blogger o influencer è un’ottima strategia perché inseriscano degli anchor text collegati al suo sito. Anche la qualità dei contenuti aiuta, dato che se si appare competenti e rilevanti è più facile che qualche sito inizi a inserire dei collegamenti.