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Analessi e prolessi: tecniche di scrittura per il corporate storytelling

analessi - tecnica di scrittura

Analessi e prolessi: tecniche di narrazione

All’interno di una narrazione, a permettere lo sviluppo della narrazione sono analessi e prolessi cioè gli sfasamenti nell’ordine temporale degli eventi.

Analizziamo insieme di cosa si tratta e in che modo consentono la creazione dei contenuti efficaci!

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Che cos’è l’analessi

Nel mondo della scrittura, analessi e prolessi, consentono di creare dei testi capaci di descrivere, raccontare e illustrare concetti in modo migliore e più interessante. 

Nello specifico, l’analessi (o flashback) è una tecnica narrativa che interrompe la sequenza cronologica di una storia per mostrare eventi precedenti.
Con essa si procede infatti ad un salto temporale all’indietro, tornando a eventi o situazioni accadute prima rispetto al tempo di narrazione, che consente di dare informazioni decisive su contesto, trama o personaggi o sul contesto.

Dal greco analepsis, “ritorno” o “recupero”, di analessi se ne distinguono due diverse tipologie:

  • interna: si situa entro l’arco temporale che va dall’inizio degli eventi fino alla conclusione del racconto e quindi prima di un punto della storia principale, ma all’interno del periodo di tempo raccontato. Essa ha la funziona di approfondire eventi, personaggi o situazioni già presentati;
  • esterna: richiama una vicenda verificatasi prima del principio della storia, ed è utile come premessa o per fornire contesto.

Per riconoscere un flashback è necessario porre attenzione a determinati fattori quali:

  • cambiamenti nella narrazione, nel tempo di esecuzione e nello stile
  • utilizzo di segnali che anticipano un passo indietro nel tempo
  • uso di espressioni grammaticali che indicano la rievocazione di ricordi o rievocazione del passato

Utilità principali e modalità d’utilizzo

La principale funzione dell’analessi è quella esplicativa, rendere cioè la storia più comprensibile e godibile fornendo gli strumenti adatti per farlo.

Nello specifico serve a:

  • spiegare qualcosa;
  • colmare lacune di informazioni all’interno della storia;
  • presentare accadimenti precedenti che hanno influenzato il presente;
  • mettere al corrente il lettore di ciò che è capitato in un certo luogo in passato;
  • parlare del background o della backstory di un certo personaggio approfondendo il suo carattere;
  • rivelare segreti;
  • dare ritmo alla prosa;
  • rendere il tempo e lo stile di un romanzo più coinvolgenti;
  • mantenere la tensione della storia;
  • generare suspense o confondere lo spettatore, così da creare il colpo di scena. 

A livello generale, l’analessi può essere utilizzata:

  • all’inizio di una storia: per introdurre al mondo narrativo. Spesso lo si fa attraverso dialoghi e ricordi dei personaggi o tramite il narratore stesso.
  • nel mezzo dell’intreccio: l’interruzione temporale può essere breve o estesa, a seconda di come si gestire il ritmo narrativo e rivelare le informazioni al pubblico.
  • alla fine: per chiarire o svelare misteri.

Un esempio di flashback emblematico è quello presente all’interno dell’Odissea, quando Ulisse, accolto al banchetto di Alcinoo, inizia a narrare le sue peripezie per mare e terra. “Ora però ti debbo narrare le molte sciagure onde m’afflisse Giove quand’io ritornavo da Troia”.

Che cos’è la prolessi

Al contrario dell’analessi, la prolessi narrativa (o flashforward) permette di raccontare ed anticipare avvenimenti futuri prima che essi si verifichino, facendo un salto avanti nel tempo.

Il suo scopo è quello di:

  • far conoscere al lettore qualcosa di non ancora accaduto;
  • dare un senso di progressione nella storia, inserendo elementi chiave prima che siano completamente sviluppati;
  • fornire una prospettiva più ampia sulla trama;
  • per introdurre un argomento, un dettaglio utile o un tema che verrà poi esplorato nel testo principale;
  • suscitare attesa, interesse o curiosità;
  • creare suspense;
  • enfatizzare un punto della narrazione importante;
  • permettere connessioni tra le parti della storia;
  • indicare un determinato stile narrativo.
 

Per riconoscere un flashforward è necessario porre attenzione a quando:

  • dettagli vengono anticipati nella costruzione del contenuto;
  • tendenza a far precedere un concetto o un’azione che avverrà successivamente nella frase;
  • elementi narrativi vengono anticipati prima della loro introduzione completa nella frase.

Un utilizzo famoso della prolessi si trova quando un romanzo comincia con il suo epilogo, anticipando nell’incipit come finirà.
Il più significativo è di certo quello presente nelle prime righe del celebre“Cent’anni di solitudine “di Gabriel Garcìa Màrquez: “Molti anni dopo, di fronte al plotone di esecuzione, il colonnello Aureliano Buendìa si sarebbe ricordato di (avvenimenti che sono narrati nel libro).

Analessi e prolessi: come gestire al meglio i tempi del racconto

Come abbiamo visto insieme la differenza fra analessi e prolessi è che mentre la prima comporta un salto all’indietro nel tempo, la seconda consiste invece in un’anticipazione di eventi futuri.

In entrambi i casi si tratta quindi di salti temporali, da trattare con attenzione per non creare confusione nei lettori. Di conseguenza è necessario:

  • avere un susseguirsi di eventi in ordine cronologico (fabula). Un racconto che si svolga nel presente e inizia da un punto A e si muove verso un punto B;
  • esporre i fatti in ordine sparso, cercando di mantenere un ordine non necessariamente cronologico ma logico e/o di causa-effetto (intreccio).

Quando questi due fattori corrispondono e la vicenda si svolge in ordine cronologico, siamo di fronte ad un intreccio lineare. In presenza di analessi e prolessi, non lineare. Entrambi gli elementi narrativi non sono obbligatori: una trama può essere avvincente anche se lineare. Il loro utilizzo non deve essere utilizzato come mera esposizione ma giustificato da necessità quali:

  • rompere monotonia della narrazione
  • svelare indizi
  • reperire informazioni funzionali che non compaiono nel presente della storia

È importante che al lettore sia chiaro di trovarsi in un tempo diverso da quello della storia e lo si fa tramite una riga bianca tra i paragrafi, l’utilizzo del corsivo, o descrizioni ambientali che caratterizzino la differenza di tempo. 

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