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Buzz Marketing: come creare passaparola online e far crescere la tua brand awareness

Buzz Marketing - creare passaparola online

Buzz Marketing: cos’è e come generare passaparola online efficace

Il Buzz Marketing è una strategia di comunicazione che mira a generare passaparola e conversazioni spontanee attorno a un brand, un prodotto o una campagna.
Sempre più aziende, sia grandi che piccole, lo integrano nel proprio piano di digital marketing per creare attenzione, stimolare la curiosità e ottenere la diffusione dei propri messaggi.

L’obiettivo è semplice ma potente: far parlare di sé, sfruttando le dinamiche emotive, sociali e psicologiche che spingono le persone a condividere contenuti con la propria rete. Quando ben orchestrato, il buzz marketing non solo aumenta la brand awareness, ma può contribuire ad accrescere il traffico, l’engagement e persino le conversioni.

In un mondo dominato dai social media e dalla velocità dell’informazione, creare il giusto “buzz” attorno a un’idea o a un’esperienza può determinare il successo (o l’insuccesso) di una campagna pubblicitaria.

In questo articolo scoprirai cos’è il buzz marketing, da dove nasce, come funziona e quali sono le leve più efficaci per utilizzarlo nel tuo progetto di comunicazione.

Indice
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Che cos’è il Buzz Marketing

Il Buzz Marketing è una forma di viral marketing che si basa sull’idea del
passaparola per far crescere l’interesse e la curiosità su di un brand, un prodotto o un servizio.
L’obiettivo è quello di:

  • generare interesse e curiosità;
  • far veicolare il messaggio pubblicitario dai consumatori stessi;
  • promuovere visibilità, notizie ed appeal;
  • aumentare la consapevolezza del marchio.
 
In questo senso, infatti, creare entusiasmo, conversazioni, storie e opinioni e lasciare che le persone parlino bene del brand diventa un ottimo modo per generare attenzione e lead.
 
Per massimizzare l’impatto delle conversazioni generate dalla campagna stessa, il Buzz Marketing deve possedere caratteristiche quali:
 
  • grande attenzione ai dettagli;
  • pianificazione accurata;
  • coerenza con la personalità del marchio;
  • forte sui social media.
L’atavico meccanismo di base è quindi il fatto stesso che le cerchie di riferimento parlino di qualcosa. Di solito, viene iniziato da professionisti che utilizzano tecniche di marketing virale e social media per diffondere il messaggio affinché si dirami in modo rapido ed efficace ai consumatori.
Poi il compito, seppur inconscio, di diffondere il messaggio spetta a loro.
 
Come è evidente, si tratta quindi di un’ottima soluzione per le aziende che vogliono raggiungere un pubblico giovane e connesso.

Un po’ di storia: le origini del Buzz Marketing

Il concetto di Buzz Marketing non nasce con i social media, ma affonda le sue radici ben prima dell’era digitale.
Già negli anni ’80 e ’90, alcune campagne pubblicitarie cercavano di suscitare curiosità e discussione attraverso tecniche non convenzionali, spesso basate su messaggi provocatori o eventi sorprendenti capaci di attirare l’attenzione dei media e del pubblico.

Il termine “buzz” – che in inglese richiama il ronzio di un’ape – viene usato per descrivere il fermento di voci e opinioni che si genera attorno a un contenuto interessante.
A sistematizzare il concetto in ambito marketing è stato Mark Hughes, autore del libro Buzzmarketing: Get People to Talk About Your Stuff, pubblicato nel 2005.

Hughes identificava sei elementi chiave per generare buzz: tabù, argomenti insoliti, celebrità, segreti, umorismo e shock.

Con l’avvento dei social network, il buzz marketing ha trovato terreno fertile per evolversi.
Oggi, grazie alla diffusione istantanea dei contenuti online, un’idea può diventare virale in poche ore e raggiungere milioni di utenti, rendendo il buzz una leva fondamentale per chi opera nel campo del digital advertising e del brand positioning.

Come e perché il Buzz Marketing funziona

Come abbiamo visto finora, a differenza di altre forme di marketing più tradizionale, il Buzz Marketing si basa sul passaparola e sulla partecipazione attiva dei consumatori, che diventano veicoli del messaggio pubblicitario.
 
In particolare, la sua efficaci si basa su fattori quali:
 
  • meccanismi fiduciari: da sempre la fiducia viene innanzitutto riposta nella propria cerchia di familiari, amici e conoscenti. E con loro, infatti, che si condividono gusti, opinioni, esperienze, etc;
  • desiderio di affiliazione, ovvero il desiderio di sentirsi accettati dalle proprie cerchie più prossime. In questo senso, ci si sente in dovere di essere in grado di discutere ed esprimere idee su argomenti e hot topic del momento;
  • effetti di rete: ogni giorno il consumatore medio è raggiunto da oltre 5mila messaggi pubblicitari o contenuti di brand. In questa confusione di voci, e con le risorse attentive limitate di ciascuno, è inevitabile fare selezione e per farlo si tende ad utilizzare l’influenza esercitata da persone che si conoscono realmente;
 
Il Buzz Marketing riesce a risolvere tutti questi problemi, rimettendo al centro dell’attenzione le persone più che i prodotti.
 
Inoltre, a rendere così potente questa tecnica, contribuisce anche l’effetto Baader-Meinhof, la ragione per cui quando ci si interessa a qualcosa e si comincia a seguire un argomento si ha l’impressione che anche tutto il resto del mondo lo faccia.
 

Come strutturare una campagna ottimale

Per strutturare una campagna di Buzz Marketing efficace è necessario innanzitutto trovare l’elemento di viralità che generi il chiacchiericcio.
 
Nonostante non esistano regole precise, per farlo è necessario trovare:
 
  • trigger inaspettato e strano, qualcosa che giochi a creare suspense e aspettative, ispiri e risulti divertente, ironico o polemico, sia in grado di rompere un tabù, tenda ad attirare attenzione e a far parlare la gente ed alimenti la conversazione sul brand o sul prodotto;
  • giusto tempismo: prestare attenzione alla cronaca e riuscire a inserirsi nel flusso degli argomenti di giornata è uno dei modi più rapidi per attirare l’attenzione dei media e non solo;
  • target corretto: non è quasi mai semplice identificare da dove e come cominci il passaparola. Di certo, in termini di facilità di propagazione, rivolgersi a influencer, opinion leader e trend setter aumenta le probabilità che il proprio messaggio abbia ampia diffusione, visibilità e raggiunga una certa massa critica;
  • obiettivi strategici, che possono essere anche molto diversi tra loro: si può sfruttare il passaparola in fase di lancio di un nuovo prodotto o per gestire una crisi aziendale e reintegrare il marketing. Ad ogni modo, è sempre necessario misurare i risultati e, per farlo, stabilire a priori metriche e indicatori ad hoc.
 

Esempi pratici

Per comprendere al meglio il Buzz Marketing, analizziamo ora alcuni celebri esempi pratici:
 
  • Apple: la sua strategia di comunicazione, a partire dal lancio del primo Macintosh fino ad arrivare alla presentazione dell’ultimo modello di iPhone ha sempre fatto ricorso a teaser e leak con lo scopo di incuriosire gli utenti.
  • Starbucks: la sua immagine viene ricollegata a un’esperienza senza eguali che ha come componenti principali il poter restare seduti nelle caffetterie della catena tutto il tempo che si vuole, il poter utilizzare Wi-Fi e cavi di alimentazione per gli smartphone quando serve studiare o lavorare smart e così via. Di certo, questa promozione del brand è stata confermata e rafforzata nel tempo dai racconti e dal passaparola dei clienti abituali.
  • Mini Cooper: per promuovere uno speciale finanziamento per l’acquisto di un modello d’auto nelle festività natalizie del 2019, il brand ideò una campagna ad hoc ad Amsterdam. Nello specifico, degli scatoloni che sembravano contenere un modellino vennero piazzati in diversi punti del centro. La gente iniziò a domandarsi cosa potessero contenere realmente e così si riuscì a creare molta curiosità ed attenzione sul marchio.
 
Come abbiamo visto insieme, adottando strategie straordinarie, fuori dal comune ed esagerate permette di creare un forte passaparola e far parlare di un brand!
 
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